L’orenzo

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L’orenzo lo conobbi nel corso degli incontri tra sysop dell’Alpheus; lui non era come me, il sysop di una BBS conosciuta in città, la sua BBS contava appena una decina di utenti, ma complice la vicinanza da casa non perse mai un solo incontro. L’orenzo era appena appena la mascotte del gruppo, eppure mi incuriosiva e mi affascinava: la sua mente viaggiava sempre accellerata come un motore in perenne attesa della salita, lui la alimentava bruciando la sua infinita curiosità con domande banali e profondissime alternate in modo del tutto random. I modi e le maniere molto casarecci, una carriera scolastica disastrosa, qualche problema in famiglia, ma l’intuito brillante, la competenza da autodidatta e la profonda sensibilità del genio. Lamer o hacker che fosse, a pensarci oggi mi fa sorridere quella sua mania di passare tutto al PGP48, le barzellette di ridere.ita come le prede delle sue scorribande più inconfessabili, per poi correre in comitiva o al telefono a vantarsene pubblicamente. Il primo e unico file che downlodai dalla sua BBS era un testo che illustrava come smontare e aprire in pochi minuti un Rotor, il telefono arancione nelle cabine; gli altri testi che conteneva, alcuni tradotti altri ancora in lingua originale, riguardavano molte delle tecniche trattate in questo libro: come ricaricare una scheda telefonica era uno, per capirci. Pensai sinceramente che L’orenzo fosse un tartassato Telecom al contrattacco elettronico, un ing.filippi più che un mitnick. Agosto in città non è male, se sai cosa fare la sera. Accompagnavo alle volte L’orenzo, un giorno a frugare nei cassonetti di MC l’altro alla mostra di libri di Castel S. Angelo. Un sabato sera mi chiese di andare con lui all’università, con le tute degli operai SIP a collegare un registratore in un armadio della Telecom, un lavoretto tranquillo come lo definiva lui. Se è vero che non sapevo mai dire di no, questa volta lo mandai cortesemente al diavolo. Non era cattivo, L’orenzo, aveva solo di queste idee balzane. Però, pian piano L’orenzo mi coinvolse in storie fantastiche e divertenti che si giocavano fuori dall’universo della mia BBS, in un posto allora poco conosciuto chiamato Internet; il crackdown del maggio 1994 era ormai solo un bruciante ricordo dei mesi precedenti, molto bruciante…

Hackerare Bulgakov?

All’epoca il rapporto fra Internet e i media non era cattivo come oggi, i due animali si annusavano ancora nel tentativo di conoscersi, peccato che uno dei due abbia cominciato ad abbaiare prima, spaventato. Un giorno sui giornali apparve la classica net-notizia dell’epoca, una di quelle che non sai se correre a distruggere il computer o sorridere; se ne lessero di ogni tipo, la nostra era più o meno questa: Crollato il muro di Berlino, la crisi economica del blocco orientale porta il Patto di Varsavia a disfarsi di parte dell’arsenale militare in eccesso. Armamenti che possono essere acquistati in rete pagando con carta di credito. L’orenzo ebbe un’idea divertente al riguardo: comprare un MIG e farne un monumento sulla piazza grande del suo quartiere. Ma nessuno di noi aveva una carta di credito e quand’anche ne avessimo avuta una… il prezzo era in dollari, mica i tranquillizzanti vecchi rubli. Gran risata generale, ci divertimmo al pensiero, poi ovviamente si passò a parlare d’altro. Tutti tranne L’orenzo. Sulla nascente rete italiana erano davvero pochi i posti che all’epoca utilizzavano la carta di credito. Qualche giorno dopo L’orenzo cominciò ad angosciare tutti con una domanda ossessionante cui nessuno di noi sapeva dare spiegazioni: quale significato hanno parole come woland, korevev, azazel, margot, behemoth e revenge. Fatta eccezione per revenge, sono tutti personaggi del capolavoro di Michail Bulgakov, Il Maestro e Margherita, direte voi, ma bella forza, voi leggete i libri, mica come noi che leggiamo solo manuali. Per noi erano solo i nomi canonici dei server del dominio stm.it e sul dominio stm.it si usavano già allora carte di credito. Revenge, poverino, era uno di quei computer dati prima per spacciati poi tecnologicamente resuscitati. Daniela volle per lui questo nome da film di serie B e se ne intuisce il perché. È questo dunque il social engineering; davvero L’orenzo pensava di riuscire a scoprire la password di root da una notizia come questa? Venitemi ora a raccontare che Sandro ha un figlio di nome Joshua! Una sera in macchina, mentre tornavamo da una visita notturna alla casa di campagna a nord di Roma in cui Bo si rifugia ogni fine settimana, L’orenzo non mi nascose di averci provato per una decina di giorni prima di abbandonare, ma il satana moscovita non gli fu propizio. Piuttosto i soliti metodi basati sull’intuizione, sulla conoscenza del sistema operativo, sulla lettura di tutti gli avvisi del CERT e, perché no, anche su una serie infinita di tentativi gli avevano permesso di trovare almeno quattro diversi metodi per penetrare quel sistema, due dei quali mi risultano ancora attivi. L’orenzo me li rivelò, seduto davanti al mio glorioso Macintosh e, più per la disattenzione dell’amministratore di sistema che per la sua abilità, cinque minuti dopo, modificando il path dell’help sul client IRC installato in quel sistema, L’orenzo prelevava un lungo file con dentro nomi, tipo, numeri e scadenze di tutte le carte di credito degli utenti.

Avevamo hackerato Bulgakov!

E lo avevamo fatto dall’utenza telefonica intestata a papà! Spensi il modem e cacciai L’orenzo fuori di casa, lui continuava a balbettare: … il MIG … il MIG… Non ho mai voluto sapere che cosa abbia fatto di quei dati il mio amico L’orenzo, se li usò per comprarsi un MIG o un nuovo modem a 21.000 baud. Qualche settimana dopo, all’alba, l’Arma irruppe pistole alla mano in casa di L’orenzo cercando armi sotto il materasso, sequestrando tutto l’hardware di casa a eccezione dell’hard disk su cui i militari avevano poggiato i cappotti entrando, la mamma mi telefonò in lacrime, ma non ho potuto fare molto di più che consigliarle un buon avvocato. L’orenzo era molto geloso dei suoi segreti, ma mi insegnò lo stesso qualcosa di prezioso: il metodo, la filosofia. Quando, qualche tempo dopo, Bulgakov divenne un sistema a pagamento, utilizzai ancora gli insegnamenti di L’orenzo: cercai una società collegata a Bulgakov ed espressi tutto il mio disappunto sulla loro home page. Nulla di eclatante, solo un piccolo pensiero personale sulla discutibile decisione commerciale, immerso nel resto del testo. Ci hanno messo mesi ad accorgersene. Accadde in Sicilia se non ricordo male. Ancora oggi, quando passo per il quartiere di S. Giovanni, cerco sempre di immaginarmi un MIG in mezzo alla piazza, e penso a L’orenzo. L’ultima volta che ho avuto sue notizie era contento di abitare a Milano, aveva un buon stipendio e lavorava sulla LAN di una società che si occupa di controllare transazioni bancarie, non fatemi dire altro: l’uomo giusto al posto giusto 😉