Quell’ hacker e’ bravo? Allora va assunto

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di S. Montefiori – Il Corriere della sera, 21 settembre 1998

L’esperto: “Succede anche in Italia. E’ normale, le societa’ comprano i migliori” “Un tradimento della filosofia hacker? Non direi. In fondo “hacker” non ha mai voluto dire estremista che lotta sempre e comunque contro il sistema, ne’ delinquente di professione. Cosi’ non mi stupisce che le grandi aziende abbiano cominciato a servirsi della grande preparazione degli hacker, ne’ che questi ultimi accettino le offerte delle societa’. Il problema e’ la confusione che ancora si fa attorno alla questione della sicurezza informatica”. Andrea Monti, avvocato che si e’ spesso occupato di reati informatici e coautore con Stefano Chiccarelli del libro “Spaghetti hacker” (edizioni Apogeo), non e’ sorpreso dalla svolta “legalitaria” dei pirati delle reti. “Anche in Italia – continua Monti – c’e’ chi capisce il pericolo per i sistemi informatici e corre ai ripari rivolgendosi agli hacker. Magari per molti motivi le aziende non li assumono, ma si limitano a sfruttarne l’abilita’ pagandoli come consulenti esterni. Comunque, c’e’ chi ha passato la giovinezza a giocare sui computer, si e’ introdotto piu’ volte indebitamente nella home page di qualche universita’ e adesso vende alle aziende i consigli per non farsi beffare da tipi uguali a lui”. Tradizionalmente gli hacker non sono sempre stati contro il sistema? “Tra chi e’ appassionato di computer e magari e’ bravo a usarli, ci sono i delinquenti e le persone normali, come ce ne sono in tutte le professioni. Eppure da noi il clima contro gli hacker e’ da sempre pesante e va peggiorando. Anche per una legge, la 547 del 1993, che secondo me rischia di criminalizzare migliaia di persone e soprattutto non considera una differenza fondamentale: c’e’ chi entra nei sistemi solo per curiosita’, per saggiare le proprie capacita’, dopodiche’ se ne esce senza avere toccato niente; poi ci sono quelli che lo fanno per creare danni o per ricavarne profitto. Ma ancora oggi, ai fini della legge, i primi sono punibili quanto i secondi. Tutti rischiano otto anni di carcere”.