Hacker-scrocconi con un “167” del Viminale

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di A. Usai – Repubblica, 4 novembre 1998

ROMA – Scrocconi o “smanettoni” (traduzione ufficiale dell’inglese “hacker”)? Quale che sia la definizione più calzante, la polizia telematica ha individuato duecento pirati informatici che hanno utilizzato a sbafo per due mesi un numero verde del Viminale, il “167-113-113” attivato alcuni anni fa dal ministero dell’Interno per catturare un terrorista arabo, con il quale si collegavano a Internet a spese della Telecom. I duecento hacker dovranno rispondere ora dei reati di frode informatica e abuso di password per l’accesso ad Internet, e rischiano fino a tre anni di carcere.

Gli indagati hanno tutti tra i 20 e i 35 anni, molti di loro sono donne, “operavano” soprattutto in Lombardia, Lazio e Piemonte, dal computer di casa ma anche da quelo dell’ufficio. La tecnica che hanno seguito per la loro pirateria si chiama “phone phreaking”, dove il “phreaker” è lo “smanettone che pratica l’esplorazione del sistema telefonico mondiale in cerca di difetti, per poi utilizzarli nei modi più svariati e originali, non pensati dalla ditta che gestisce il servizio” (come spiega il libro “Spaghetti hacker” di Stefano Chiccarelli e Andrea Monti, edizione Apogeo).

Per usare parole più semplici, l’hackeraggio è consistito nel connettersi alla Rete a spese della Telecom. I pirati sono riusciti ad agganciarsi al numero verde che il Viminale attiva quando ne ha bisogno (ma che in questi mesi era stato disattivato, senza però che Telecom lo cancellasse del tutto dalla propria centrale), e con questo hanno navigato su Internet gratis. Un “gratis” che però, in termini di legge, si chiama truffa, che ammonta ad alcune centinaia di milioni di lire.

Ad accorgersi dell’improvviso aumento del traffico telefonico su quel numero verde del Viminale, che appunto risultava disattivato, è stata la Telecom. Da lì è partita la denuncia che ha fatto scattare l’opeazione “Green trap”, trappola verde, coordinata dal dottor Giuseppe Messa direttore del Servizio di polizia telematica. Duecento denunce, perquisizioni in tutt’Italia, computer e sistemi di connessione sequestrati, oltre alla solita abbondandante quantità di programmi pirata.