Spaghetti Hacker meeting dei ribelli

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D. Onelli – Repubblica, 16 giugno 2000

ACARO. LEMMA dal duplice significato, insetto insinuante e versione italianizzata di “hacker”. Tra loro si chiamano cosi, acari. Va bene anche smanettoni o spippolatori, ma per favore non chiamateli pirati informatici, s’ arrabbiano, e tanto. Da oggi al 19 giugno s’ incontrano a Roma per l’ Hackmeeting, giunto alla terza edizione. Pronte 400 postazioni nei sotterranei di Forte Prenestino, centro sociale della Capitale, il più grande d’ Italia. Un’ antica fortezza militare ottocentesca, interamente cablata, pietra e byte, graffiti e codici ascii, un’ ambientazione degna di un libro di Philip K.Dick o di William Gibson, profeti del cyberpunk e amatissimi dalle tribù anarcotecnologiche. Ci saranno corsi di telematica di base, crittografia, hacking delle reti, seminari sullo zen e l’ arte della programmazione. Si discuterà di free software, della difesa della libertà d’ espressione in rete ed anche di etica. Etica hacker, ovviamente. Ma gli spaghetti hacker quando nascono? Gli italiani li scoprono nel 1995, quando appare un singolare messaggio su un computer della Banca d’ Italia. L’ aveva lasciato Nobody. Alias Raoul Chiesa, oggi titolare della Mediaservice, azienda di sicurezza informatica. Nobody con altre sei persone coinvolte nell’ operazione Ice Trap, saranno i primi nel nostro paese, ad essere condannati per crimini informatici. In realtà gli smanettoni nostrani avevano mosso i loro primi passi quasi dieci anni prima. “Il più famoso gruppo di hacker è stato il milanese DTE222, i cui esponenti di spicco Blue Boy e Virus, sono oggi professionisti di sicurezza delle reti – raccontano Stefano Chiccarelli e Andrea Monti nel loro libro Spaghetti hacker – mentre a Roma erano noti HAL, Nemo, Amadeus, Eagle ora consulenti e stimati giornalisti”. Spetta ai fiorentini di sTRANONetwork, l’ invenzione del netstrike, una sorta di corteo telematico che blocca temporaneamente un sito. Il primo fu indetto nel’ 95 contro le pagine web della Casa Bianca in solidarietà con Silvia Baraldini e Mumia Abu-Jamal mentre l’ ultimo, maggio scorso, ha inibito il sito dell’ Ocse.