Hacker, raduno nel forte romano

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D. Onelli, Repubblica del 17 giugno 2000

ROMA (d.o) – Smanettoni, spippolatori, ma il loro nome preferito è acari. Da ieri fino al 19 giugno gli hacker italiani, s’incontrano a Roma per l’Hackmeeting, giunto alla terza edizione. I lunghi tunnel graffitati di Forte Prenestino, centro sociale della Capitale, li hanno accolti con entusiasmo.

Per loro sono state allestite 400 postazioni telematiche mentre la grande piazza d’armi ospita le tende a seguito. Il forte ottocentesco è cablato in ogni suo angolo: pietra e byte, graffiti e codici informatici. Scenari post-atomici raccontati da scrittori visionari cyberpunk come William Gibson. Amatissimo dagli smanettoni planetari.

Venerdì notte, una grande folla ha seguito il corso di hacking delle Rete X.25 ed il divertente seminario sullo Zen e l’arte della programmazione. Oggi sono in programma tanti temi da dibattere: la difesa della libertà d’espressione in Rete, l’etica hacker, la globalizzazione e movimenti antagonisti.

Guest star, il bolognese Franco Berardi Bifo, fondatore nel ’77 di Radio Alice. Non ci sarà – ingresso proibito ai poliziotti – uno dei massimi esperti di hacking in Italia, Umberto Rapetto, colonnello della Guardia di Finanza, nonché autore dei testi di Beppe Grillo.

E forse non tutti sanno, che il netstrike (un giochetto che blocca temporaneamente l’accesso al sito), forma di contestazione tra le più diffuse su Internet, è nato a Firenze, ideato dall’associazione telematica sTRANONetwork.

Il primo blocco risale al ’95, contro le pagine web della Casa Bianca in solidarietà con Silvia Baraldini e Mumia Abu-Jamal mentre l’ultimo, maggio scorso, ha inibito il sito dell’Ocse. Nel libro “Spaghetti hacker” di Stefano Chiccarelli e Andrea Monti, si racconta che i primi smanettoni nostrani, adesso stimati giornalisti e consulenti per importanti aziende di sicurezza informatica, apparvero a metà degli anni Ottanta, ed erano uno sparuto drappello.

Ai giorni nostri ovviamente non è più così. Gli insider, professionisti super pagati da aziende concorrenti, si trovano a sgomitare sulla rete con una miriade di ragazzini che provano i programmi d’attacco resi pubblici quotidianamente on line.