La prima edizione di Spaghetti Hacker risale al 1997 grazie alla “follia” dell’editore Apogeo che credette in un progetto che aveva tutte le caratteristiche per fallire. Gli autori erano sconosciuti, il tema —gli hacker italiani— anche di più. I media mainstream “guardavano” altrove. Eppure…
Eppure Spaghetti Hacker fu un successo clamoroso. Senza l’internet, senza i social network, senza “digital marketing” vendette svariate migliaia di copie, quasi 10.000 (si, diecimila) se la memoria non tradisce (e, per amore di precisione, il numero si riferisce alla copie vendute, non a quelle stampate). Erano numeri importanti allora, sono stratosferici oggi quando un autore, non solo di libri “sugli hacker” stappa bottiglie di spumante se supera qualche centinaia di copie in circolazione, compresi gli omaggi e gli autoaquisti.
Anche la seconda edizione è invecchiata. Risale oramai al 2011 ma conserva ancora il suo valore di testimonianza su un’epoca dell’Italia telematica che non è stata ancora completamente raccontata (e serve anche a chi ha bisogno di raccontare di avere vissuto quei tempi, anche non lo ha mai fatto…).
Il libro è disponibile su carta e in formato Kindle. In giro si trova ancora qualche copia della prima edizione (qui il link ad Abebooks e qui quello di Ebay.it).
Non sappiamo se scriveremo mai la terza edizione. È ancora troppo presto per parlare di molte cose del passato e del presente; e forse è addirittura meglio lasciare che alcune storie rimangano soltanto nella memoria di chi —nel bene e nel male— le ha vissute in prima persona.